7. Colite Ulcerosa
La colite ulcerosa, come la malattia di Crohn, provoca un’infiammazione dell’apparato digerente. Comunque, diversamente dalla malattia di Crohn, la CU tipicamente ha inizio nel retto e si estende attraverso una porzione o per tutta la lunghezza del colon. Alcuni pazienti con la proctite (infiammazione del rivestimento del colon) o affetti da colite distale, possono avere un cecal patch, ovvero di un coinvolgimento infiammatorio di una piccola parte del cieco.
L’infiammazione è tipicamente ristretta alla superficie mucosale (Ordás, et al. 2012) e le ulcere possono svilupparsi nel rivestimento del colon (Ulcerative colitis - NHS). Le manifestazioni extra-intestinali possono interessare le articolazioni, gli occhi, la cute o il fegato (Levine e Burakoff 2011) (Silva, et al. 2014). La CU è una condizione cronica che può svilupparsi ad ogni età e tipicamente si manifesta durante la tarda adolescenza o all’inizio dell’età adulta (15-40 anni di età), con un secondo picco di incidenza tra i 50 e gli 80 anni di età (Langan, et al. 2007). L’incidenza è più alta nel Nord Europa rispetto al Sud Europa (Shivananda, et al. 1996); uno studio svoltosi in Danimarca ha riportato un’incidenza di 13 su 100.000 (Vind, et al. 2006). La CU è leggermente più comune negli uomini rispetto alle donne (Loftus 2004).
I nuovi casi sono tipicamente sottesi a un picco nella quarta decade, tuttavia negli uomini è anche comune un’insorgenza più tardiva (Loftus e Sandborn 2002).
A causa della natura permanente di questa malattia, della gravità dei suoi sintomi e della probabilità di recidive, la CU è associata ad una significativa morbilità. I sintomi dipendono largamente dall’estensione e dalla severità della malattia e includono la diarrea emorragica, sanguinamento del retto, dolore addominale, urgenza fecale, perdita di peso, affaticamento e malessere. Una piccola quota di pazienti va incontro a complicazioni severe quali il megacolon tossico, la perforazione dell’intestino ed emorragie massive. La chirurgia (es. colectomia, protocolectomia) gioca un ruolo importante nella gestione della CU e, a differenza di quanto accade nei pazienti affetti da malattia di Crohn, è curativa. La chirurgia viene tipicamente rivolta a quei pazienti che hanno una malattia resistente al trattamento con medicinali, che hanno avuto gravi complicazioni o sviluppato un cancro (Dignass, et al. 2012).
Durante lo sviluppo di una fase acuta, i pazienti possono trovarsi ad essere confinati in casa, vista la necessità di utilizzare con frequenza il bagno (diarrea e urgenza a defecare) e ciò impatta sulle loro abilità lavorative o scolastiche. Oltre all’impatto sul fisico, la CU colpisce in modo negativo la socialità ed il benessere psicologico dei pazienti.
Nonostante queste severe manifestazioni, i pazienti con la colite ulcerosa non hanno un aumento del rischio di mortalità in confronto alla popolazione sana (Carter, et al. 2004).