6. La Malattia di Crohn
IBD (Inflammatory Bowel Disease) è un termine che viene utilizzato per descrivere quelle condizioni che implicano l’infiammazione di una porzione o di tutto l’apparato digerente. Il Morbo di Crohn (MC) e la Colite Ulcerosa (CU) sono due delle principali forme di IBD. Anche se la MC e la CU condividono alcune caratteristiche, sono due patologie distinte. La differenza principale tra la MC e la CU è l’interessamento del tratto dell’apparato digerente: la MC può presentarsi in qualsiasi porzione dell’apparato digerente, dalla bocca all’ano, anche se è più probabile che si sviluppi nel colon o nell’ileo; la UC, invece, colpisce solo il colon ed il retto (Ordás, et al. 2012) (Feldman, Wolfson e Barkin 2007). La malattia di Crohn è caratterizzata da infiammazione e, in alcuni casi, dall’ulcerazione dell’apparato digerente.
La patogenesi è dovuta all’interazione tra la genetica, l’ambiente e i fattori immuno-infiammatori. Si pensa che i fattori genetici abbiano un ruolo più rilevante nella malattia di Crohn che nella colite ulcerosa (Halme, et al. 2006). L’ipotesi più accreditata per la patogenesi del MC è che nei soggetti suscettibili la malattia può insorgere in seguito ad un’interruzione della regolazione della risposta immunitaria da parte della mucosa nei confronti dei batteri ospiti. La natura della risposta immunitaria e la produzione di specifiche citochine sono sotto controllo genetico e determinano le caratteristiche del processo infiammatorio (Ardizzone e Bianchi-Porro 2002).
Il processo infiammatorio ha inizio a livello della mucosa e può progredire fino a interessare l’intero spessore della parete del colon, tipicamente con una distribuzione a chiazze con normale mucosa interposta (Feldman, Wolfson e Barkin 2007). La MC talvolta è caratterizzata anche da manifestazioni infiammatorie extra-intestinali e, in particolar modo possono essere colpite le articolazioni, gli occhi, la cute (Yazısız 2014) o il fegato (Levine e Burakoff 2011). La MC è una patologia cronica che colpisce i bambini e gli adulti di ogni età. È più comune nelle persone giovani (picco dell’insorgenza tra i 15 ed i 40 anni di età); in ogni caso, il 15% dei soggetti affetti ha più di 60 anni quando gli viene diagnosticata la malattia (Carter, et al. 2004). L’incidenza della malattia di Crohn in Europa è stimata in un range tra 0,5 e 10,6 casi ogni 100.000 persone/anno (Burisch, et al. 2013). La prevalenza della MC in Europa raggiunge lo 0,3% (Molodecky, et al. 2012) ma è più probabile che sia intorno allo 0,15% (Rubin, et al. 2000) (Jacobsen, et al. 2006). Nella MC la manifestazione dei sintomi di malattia varia molto in termini di tipologia e severità e ciò dipende in parte dal sito di infiammazione. I sintomi tipici includono diarrea (con o senza sanguinamento), dolore addominale, perdita di peso, affaticamento, febbre (Yazısız 2014).
Le riacutizzazioni compaiono in modo repentino e possono essere dolorose, sgradevoli e scomode, limitando le attività di tutti i giorni. Solo il 75% dei pazienti con la malattia di Crohn riesce a lavorare a pieno regime nell’anno della diagnosi di malattia ed il 15% dei pazienti non è in grado di lavorare dopo 5-10 anni di malattia (Carter, et al. 2004).
Nei soggetti più giovani la malattia può intaccare il benessere mentale e ciò può danneggiare l’immagine che i soggetti hanno di sé e portare ad ansia e imbarazzo. In uno studio sulla qualità della vita (HRQoL) su pazienti con MC, tale parametro è stato misurato con il SF-36 (The Short Form (36) Health Survey - Questionario sullo stato di salute) ed è risultato più basso nei pazienti con MC rispetto alla popolazione generale (Blondel-Kucharski, et al. 2001).
Complicazioni della malattia includono stenosi e fistole; quest’ultime sono presenti in un terzo dei pazienti (Feldman, Wolfson e Barkin 2007). La maggior parte dei pazienti (70-80%) con questa patologia richiede un intervento chirurgico (Carter, et al. 2004). La chirurgia nella MC non è curativa e può portare a complicazioni come l’impotenza o l’insufficienza intestinale.