In questo recentissimo articolo viene proposto uno strumento (PRESTO) per valutare il rischio di sviluppare una artrite psoriasica in un paziente con psoriasi. Il calcolatore, sviluppato su una coorte di oltre 600 pazienti, permette di valutare la probabilità a uno e cinque anni di presentare i primi sintomi dell’artrite, definendo i principali fattori di rischio e aiutando il clinico a tratteggiare un percorso di follow-up personalizzato.
DISEGNO DELLO STUDIO
Gli autori hanno analizzato una coorte di 635 pazienti affetti da psoriasi cutanea seguiti nel corso degli anni. I pazienti sono stati inviati all’attenzione del reumatologo dalle cliniche dermatologiche, dai centri di fototerapia e dai medici di medicina generale nell’area metropolitana di Toronto. Tutti i pazienti sono stati valutati da un reumatologo esperto nel trattamento dell’artrite psoriasica e sono stati esclusi i pazienti con diagnosi di artrite, eventualmente confermata mediante esami mirati di imaging.
I pazienti con sintomi aspecifici o condizioni degenerative articolari come ad esempio l’osteoartrosi sono stati comunque arruolati nello studio. Sono stati raccolti dati circa le caratteristiche della psoriasi cutanea, eventuali co-morbilità, farmaci assunti, sintomi muscoloscheletrici e ovviamente dati demografici. Nel corso delle visite di controllo è stata valutata la presenza di sintomi articolari, registrati peso, altezza, interessamento cutaneo, eseguita una conta articolare su 68 articolazioni e una valutazione per rilevare eventuali dattiliti o entesiti. In seguito, è stato creato un modello matematico in grado di valutare il rischio di sviluppare una artrite psoriasica a uno e cinque anni.
RISULTATI
Gli autori hanno definito un modello predittivo a uno e cinque anni. Per il modello a un anno sono stati inseriti nell’analisi l’età, il sesso maschile, la storia familiare di psoriasi, la presenza di pitting ungueale, la rigidità, l’utilizzo di farmaci biotecnologici, il patient global health e la presenza di dolore articolare. Nel modello a cinque anni particolare rilievo è stato dato alla presenza di rigidità, psoriasi ungueale, severità della psoriasi (PASI), astenia (FACIT-F), terapia in atto e dolore. Interessante l’esclusione di alcuni fattori di rischio classici come la positività per HLA B27, la presenza di IBD, la storia familiare di artrite psoriasica, il dolore a carico del tendine di Achille o l’uveite in quanto presentavano una bassa prevalenza nella coorte oggetto di analisi. Lo strumento di predizione del rischio (PRESTO) è stato quindi validato dagli autori e reso disponibile gratuitamente all’indirizzo (http://sharpmindtill120.x10host.com/PRESTO-PsA).
Figura 1: Lo studio PRESTO (1)
IMPATTO NELLA PRATICA CLINICA
L’artrite psoriasica rappresenta una patologia infiammatoria articolare potenzialmente invalidante e di grande impatto sulla vita dei pazienti. Inoltre, l’estrema variabilità fenotipica della malattia rappresenta una sfida diagnostica e terapeutica per i medici che si traduce, a tutt’oggi, in un rilevante ritardo diagnostico. Se ormai è noto come il ritardo nella diagnosi si associ a un peggiore outcome per i nostri pazienti, abbiamo certamente una possibilità unica nell’ambito delle artriti infiammatorie: nella maggior parte dei pazienti la psoriasi cutanea infatti precede anche di anni la comparsa dell’artrite. Diventa pertanto fondamentale identificare quali sono i pazienti più a rischio per apportare le misure più idonee, sia in termini di timing dello screening, sia in termini di educazione del paziente che potrà essere parte attiva nell’identificare quei cambiamenti clinici, talvolta modesti, che possono rappresentare un campanello d’allarme per il reumatologo.
COMMENTO
Lo studio in oggetto rappresenta un interessante contributo nel campo della diagnosi precoce del paziente con artrite psoriasica. La proposta di strumenti predittivi del rischio, di facile utilizzo e fruibili online è fondamentale per permettere ai medici di inquadrare correttamente i loro pazienti informandoli e proponendo loro un follow-up personalizzato. La valutazione del rischio di sviluppare l’artrite potrebbe rappresentare inoltre un fattore complementare nella scelta della terapia di fondo per la componente cutanea da parte del dermatologo, progredendo così di un altro passo sulla strada della prevenzione e della medicina personalizzata.
BIBLIOGRAFIA