Lo studio clinico in oggetto cerca di colmare una lacuna nella letteratura medica. Nei trials clinici, che hanno portato alla approvazione dei vaccini anti-COVID-19, non sono stati inclusi pazienti con malattie infiammatorie intestinali. Tramite una survey, somministrata a 3.272 pazienti, è stato riscontrato che l’adesione alla vaccinazione è stata elevata, che gli eventi avversi erano simili a quelli riscontrati nel resto della popolazione e che erano più frequenti dopo la prima dose di vaccino. Infine l’impatto della vaccinazione sul decorso della malattia infiammatoria intestinale non è risultato significativo.
BACKGROUND
Questo studio multicentrico europeo ha l’obiettivo di determinare in pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali, l’adesione alla vaccinazione anti-COVID-19, le preoccupazioni principali dei pazienti, i possibili eventi avversi e le eventuali ricadute sull’andamento della patologia intestinale. In particolare, è stato valutata anche l’eventuale necessità di ospedalizzazione o di cambio di terapia. I dati sono stati raccolti tramite questionari, che erano stati inviati via web a pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali (colite ulcerosa o malattia di Crohn) di 36 paesi europei.
RISULTATI
Tra giugno 2021 e luglio 2021, hanno risposto al sondaggio 3.272 pazienti provenienti da 36 paesi europei. La maggior parte dei pazienti aveva la malattia di Crohn (58,1%), con un'età media dei pazienti di 43 anni (IQR 33-54). C'era una predominanza femminile (60,4%) e la maggior parte dei pazienti (69,4%) proveniva da paesi dell'Europa meridionale. Di coloro che hanno segnalato preoccupazioni sulla vaccinazione SARS-CoV-2 (35,2%), i motivi più comuni sono stati la possibilità di avere effetti collaterali a causa della loro malattia intestinale (24,6%), avere una riacutizzazione dopo la vaccinazione (21,1%) e una ridotta efficacia del vaccino a causa dell'immunosoppressione associata a IBD (17,6%).
Almeno una dose di qualsiasi vaccino contro SARS-CoV-2 è stata somministrata al 79,6% dei pazienti (2.594/3.261) e il 71,7% (1.861 / 2.594) aveva completato la vaccinazione. Dopo la prima dose di vaccino, il 72,4% [1.879 / 2.594) dei pazienti ha riportato sintomi locali al sito di iniezione e il 51,4% (1334/2594) sintomi sistemici. L'evento avverso più frequente al sito di iniezione è stato il dolore (65,5% e 40,9% dopo la prima e la seconda dose, rispettivamente) e i sintomi sistemici più frequenti sono stati stanchezza (36,5% e 31,6%, rispettivamente), cefalea (20,3% e 17,7% , rispettivamente) e dolore muscolare (rispettivamente 18,2% e 17,3%). Un totale di 94 pazienti (3,6%) ha avuto la necessità di un consulto con il proprio gastroenterologo dopo la prima dose del vaccino. Nel 73,4% dei casi, queste consultazioni sono state richieste dai pazienti a causa di una nuova insorgenza di sintomi o preoccupazioni relative al vaccino. Dopo la seconda dose, il numero di consultazioni è stato inferiore (2,95%, 53/1.799), ma più della metà erano dovute a una verosimile riacutizzazione (62,3%, 33/53).
IMPATTO NELLA PRATICA CLINICA
Nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale, la vaccinazione anti SARS-CoV-2 risulta sicura con una percentuale di eventi avversi simili a quelli della popolazione generale e con un impatto non significativo sul decorso della patologia di base. I dati raccolti da questo studio dovrebbero rassicurare i pazienti che non sono ancora vaccinati e supportarli nel loro processo decisionale.
COMMENTO
Questo studio fornisce nuove informazioni sulla vaccinazione anti-SARS-CoV2 nei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali. Risulta rilevante la percentuale di pazienti vaccinati (quasi l’80%) che è in linea con i dati raccolti da altri studi e che è maggiore rispetto al tasso di vaccinazione per influenza (53%). Gli eventi avversi dovuti alla vaccinazione riscontrati sono stati principalmente locali, legati al dolore nel sito di inoculazione, e sono in linea con i dati raccolti da altri studi nella popolazione generale. Per quanto riguarda l'impatto del vaccino anti-SARS-CoV-2 sull’andamento della malattia, lo studio evidenzia che solo il 3,6% dei pazienti ha avuto il bisogno di consultare il proprio gastroenterologo dopo la vaccinazione e in meno della metà di questi ciò era dovuto a una riacutizzazione. È utile ricordare che nella popolazione generale uno degli eventi avversi più comuni è la diarrea che può essere quindi confusa con una riacutizzazione della malattia.
BIBLIOGRAFIA