L’articolo è una review che mette in luce la correlazione tra il trattamento per la psoriasi cronica in placche e le malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD). Queste ultime, come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, sono patologie croniche, connesse a un rischio genetico e a fattori ambientali scatenanti. I farmaci inibitori di IL-17, come secukinumab, ixekizumab, brodalumab e etanercept, hanno la potenzialità di indurre la colite ulcerosa e il morbo di Crohn de novo, oppure di esacerbarle. Non esistono evidenze sulla potenzialità di altri farmaci biologici usati per il trattamento della psoriasi.
BACKGROUND
La European Crohn’s and Colitis Organisation (ECCO 2016) ha stilato una lista di fattori ambientali scatenanti la colite ulcerosa e il morbo di Crohn: nascita da parto cesareo per la mancanza della trasmissione del microbiota materno attraverso il canale del parto, un nucleo familiare ridotto, essere il fratello maggiore, la mancanza dell’allattamento al seno, un consumo elevato di grassi animali e di proteine animali, il consumo eccessivo di cibo, una dieta povera di fibre, fumo, disbiosi intestinale, inquinamento urbano, lavori sedentari, trasferimento in aree con un’alta incidenza di IBD.
I farmaci associati all’insorgenza di IBD sono i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), a eccezione dell'aspirina; altre associazioni sono note con l’utilizzo di contraccettivi orali e di antibiotici. L’esposizione di antibiotici (metronidazolo, fluorochinoloni, penicilline ad ampio spettro, tetracicline, cefalosporine, macrolidi, sulfonamidi) è ritenuta essere un fattore di rischio per lo sviluppo di IBD, in particolare di morbo di Crohn, con un’associazione più forte in quelle a insorgenza pediatrica.
Più del 50% dei pazienti con IBD presenta almeno una manifestazione extra-intestinale, in particolare spondiloartrite, osteoporosi, episclerite, uveite, sclerite, eritema nodoso, pioderma gangrenoso, sindrome di Sweet, psoriasi, colangite sclerosante primitiva, steatosi epatica non-alcolica, trombosi della vena porta ed epatite granulomatosa.
RISULTATI
Ci sono varie correlazioni fisiopatologiche tra psoriasi e IBD. In entrambe le patologie è presente un’elevata concentrazione di citochine nel siero e nei tessuti, come TNF, IL-12, IL-23. L’incidenza di IBD è maggiore nei pazienti affetti da psoriasi, artrite psoriasica e spondilite anchilosante. Il rischio di morbo di Crohn nell’artrite psoriasica è 1,6 volte più alto rispetto alla popolazione generale. Ci sono diverse ipotesi per spiegare questo fenomeno, incluse la predisposizione genetica o i fattori ambientali, con crescente evidenza di come Th17 ha un ruolo deleterio sia nella psoriasi che nell’IBD. La psoriasi è più frequente nei pazienti con morbo di Crohn, con una prevalenza del 9,6%, rispetto al 2% nei sani. I pazienti con morbo di Crohn sono più proni nell’avere un parente di primo grado con psoriasi (10% rispetto al 3% nei soggetti sani). L’infiammazione sistemica è responsabile della gravità e della cronicità della psoriasi, influenza inoltre lo sviluppo di comorbilità, come le patologie cardiovascolari o la sindrome metabolica.
I trattamenti di prima linea della psoriasi comprendono ciclosporina A, metotrexato, retinoidi e fototerapia. Qualora il trattamento di prima linea risulti inappropriato, vengono impiegati farmaci di seconda linea, come gli inibitori del TNF (adalimumab, etanercept, infliximab, certulizumab pegol), anticorpi anti-IL-12/IL-23 (ustekinumab), anticorpi anti-IL-17 (secukinumab, ixekizumab), anticorpi anti-recettore di IL-17 (brodalumab) e anticorpi anti-IL-23 (guselkumab, tildrakizumab, risankizumab).
IMPATTO NELLA PRATICA CLINICA
Farmaci inibitori del TNF
I farmaci inibitori del TNF sono utilizzati in patologie infiammatorie, come artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite giovanile, IBD, spondilite anchilosante e psoriasi. Sono farmaci che riducono l’infiammazione e possono fermare la progressione della malattia. Nel trattamento della psoriasi, etanercept, infliximab, adalimumab e certolizumab pegol sono di ampio utilizzo, mentre nelle IBD sono approvati infliximab, adalimumab e golimumab. Non ci sono evidenze che adalimumab, infliximab, certolizumab pegol, quando impiegati nel trattamento della psoriasi, siano associati a un aumentato rischio di IBD. Etanercept ha mostrato un rischio aumentato di sviluppare IBD, evidenza basata su diversi studi su registri e case report.
Farmaci inibitori dell’interleuchina-17
I farmaci inibitori di IL-17 sono usati nel trattamento della psoriasi moderata-grave, dell’artrite psoriasica e della spondilite anchilosante. È stato osservato come gli anticorpi anti-IL-17 siano legati a un aumentato rischio di indurre o di esacerbare IBD. Gli specialisti dermatologi prescrittori dovrebbero quindi essere cauti nel prescrivere i farmaci antagonisti di IL-17 nei pazienti con IBD e i soggetti a rischio andrebbero monitorati riguardo gli eventuali sintomi legati a una esacerbazione di IBD. (n.d.r. da scheda tecnica, solo brodalumab è controindicato nel morbo di Crohn in fase attiva).
Farmaci inibitori di IL-12/23 e inibitori di IL-23
Ustekinumab, è indicato nel trattamento del morbo di Crohn. I farmaci inibitori di IL-23 sono risultati efficaci nel trattamento del morbo di Crohn. In particolare, esistono diversi studi di efficacia soprattutto su guselkumab, anche se questa indicazione non è ancora presente in scheda tecnica.
COMMENTO
Il trattamento della psoriasi cronica in placche con farmaci inibitori di IL-17 e con etanercept, può aumentare il rischio di IBD in questi pazienti. Attualmente, questa sopracitata evidenza non sussiste con altri farmaci biologici usati per trattare la psoriasi. Tuttavia, uno screening tramite anamnesi e, in casi sospetti, tramite esami diagnostici, dovrebbe essere effettuato nei pazienti affetti da psoriasi.