MALATTIE INFIAMMATORIE IMMUNOMEDIATE IN DERMATOLOGIA

L’idrosadenite suppurativa, nota anche come acne inversa, è una patologia infiammatoria cronica ricorrente dell’apparato follicolo- ghiandolare terminale, che determina lo sviluppo di lesioni infiammatore dolenti nelle regioni con ghiandole sudoripare apocrine. In Germania ha una prevalenza dello 0,3% ed è diagnosticata con un ritardo di 10 +/- 9,6 anni. Le linee guida S2K mirano a fornire un aiuto decisionale per la selezione o l’implementazione della terapia adatta.


BACKGROUND

L’attuale pubblicazione è un aggiornamento dell’ultima edizione delle linee guida tedesche pubblicate nel 2012. Mira essenzialmente alla presentazione dettagliata delle opzioni terapeutiche.


RISULTATI

Il primo obiettivo di queste linee guida punta al miglioramento delle cure dei pazienti con l’implementazione delle raccomandazioni delle linee guida, affiancate all’esperienza personale del clinico e alle scelte terapeutiche tradizionali. Sono messe in luce opzioni terapeutiche in base allo stadio e alla severità della patologia per ottenere come risultato la riduzione dei quadri clinici severi e della formazione di cicatrici.

La presentazione delle terapie sistemiche con una descrizione dettagliata del loro uso e le informazioni sui loro aspetti di sicurezza permettono di superare eventuali riserve di pazienti e medici. Tutto ciò comporta un aumento della compliance, che dipende a sua volta dal rapporto costi/benefici ed effetti avversi accettati dal paziente. Ciò è realizzabile mediante l’accurata selezione delle terapie al fine di assicurare il maggior beneficio terapeutico al paziente.


IMPATTO NELLA PRATICA CLINICA

Si raccomanda un regolare follow-up del paziente e, se necessario, una variazione del trattamento in atto in virtù del fatto che la severità del quadro può variare.

Il follow-up permette anche di aumentare la compliance poiché consente di individuare i pazienti che non rispondono adeguatamente alla terapia o coloro che sviluppano effetti avversi. Si rende necessaria una valutazione con criteri standardizzati, tenendo conto sia della componente oggettiva, e quindi un accurato esame obiettivo cutaneo, sia della componente soggettiva, mediante il DLQI.

Se entro 12 settimane non si ha una riduzione significativa dell’attività infiammatoria delle lesioni o non c’è alcun miglioramento della qualità della vita del paziente, è necessario modificare la terapia.


COMMENTO

Attualmente l’idrosadenite è classificata in due forme in relazione al grado di infiammazione rilevabile, la forma infiammatoria e la forma prevalentemente non infiammatoria.

La forma infiammatoria può essere suddivisa in funzione della sua intensità per mezzo della classificazione HIS4 in lieve, moderata e severa ed è trattata per via medica, la forma non infiammatoria può andare incontro a procedure chirurgiche in funzione della scala di Hurley della zona affetta.

Si noti che per quanto riguarda il fronte delle terapie farmacologiche, l’efficacia della terapia con tetracicline sistemiche è uguale a quella della combinazione tra rifampicina e clindamicina. Si può anche ridurre la durata totale della terapia sistemica a una terapia antibiotica e.v. di clindamicina per 5 giorni. Aumentano i trial clinici con biologici, infatti attualmente adalimumab, secukinumab e bimekizumab sono stati già approvati come iniezioni sottocutanee.

È necessario quindi effettuare un approccio globale, con la terapia medica volta a ridurre l’infiammazione e quella chirurgica per rimuovere il tessuto danneggiato irreversibilmente.


BIBLIOGRAFIA