L’articolo è una review narrativa che mette in luce i dati sull’immunogenicità dei farmaci biosimilari per il trattamento della psoriasi cronica in placche, delle malattie reumatiche e delle malattie infiammatorie croniche intestinali. In particolare, per quanto riguarda i farmaci biosimilari anti-TNFα o gli inibitori del CD20, sono stati raccolti dati che includono: il numero di pazienti positivi agli anticorpi anti-farmaco (ADAbs), il numero di pazienti con anticorpi neutralizzanti (nAbs) tra gli ADAb-positivi, le caratteristiche dei campioni ADAb/nAb, la cross-reattività e gli effetti di ADAbs su farmacocinetica, farmacodinamica, efficacia e sicurezza. Il dato sostanziale che emerge, attraverso l’analisi di 52 trials riguardanti 18 farmaci biosimilari di utilizzo (o candidati biosimilari), è che non esistono differenze di immunogenicità tra i farmaci biosimilari e originator.
BACKGROUND
I farmaci biosimilari per il trattamento della psoriasi cronica in placche, delle malattie reumatiche e delle malattie infiammatorie croniche intestinali, hanno l’importante vantaggio di un minor costo rispetto ai biologici originator. Per ottenere l’approvazione per il loro utilizzo, i biosimilari necessitano di un’elevata similarità rispetto al loro prodotto di riferimento, in termini di struttura molecolare, farmacocinetica, farmacodinamica, efficacia clinica e sicurezza. È noto che l’utilizzo di un farmaco biologico può scatenare una risposta immunitaria, che può tradursi in una riduzione di efficacia, in un fallimento terapeutico o in un evento avverso. Dettagliate valutazioni sull’immunogenicità sono richieste per la loro approvazione a uso terapeutico.
RISULTATI
I risultati della ricerca bibliografica riguardanti i dati sull’immunogenicità dei farmaci biosimilari utilizzati nel trattamento della psoriasi, delle malattie reumatiche e delle malattie infiammatorie croniche intestinali, sono stati cercati attraverso PubMed. I dati sono stati estrapolati dai trials randomizzati e controllati, estensioni open-label, studi osservazionali post-approvazione e studi condotti su volontari sani. Inoltre, sono stati inclusi gli abstract dei congressi annuali delle società americane ed europee di dermatologia, reumatologia e gastroenterologia, ponendo attenzione agli studi di fase III. Le ricerche sono state condotte fino ad aprile 2019.
Dove disponibili, i dati raccolti includevano: la tipologia dei test sull’immunogenicità, il tempo di raccolta del campione, il tipo di anticorpo (IgG1 o IgG1 e IgG4), la percentuale dei pazienti positivi a ADAbs, la percentuale di pazienti con anticorpi neutralizzanti (nAbs) tra i pazienti ADAb-positivi, l’impatto dell’immunogenicità sulla farmacocinetica, farmacodinamica, e parametri clinici, impatto di ADAbs sulla sicurezza, l’impatto dello switching sull’immunogenicità e i dati sulla cross-reattività.
Sono stati identificati, attraverso l’analisi di 52 trial, i dati relativi a 18 farmaci biosimilari di utilizzo (o candidati biosimilari). Va segnalato che i dati sull’immunogenicità, nei pazienti affetti da psoriasi cronica in placche, sono disponibili per due biosimilari di adalimumab e un biosimilare di etanercept. Gli ADAbs sono stati identificati primariamente attraverso elettrochemiluminescenza (ECL), enzyme-linked immunosorbent assay (ELISA), oppure radioimmunoassay (RIA). Nei pazienti, la più alta incidenza di ADAbs e di nAbs è stata osservata nei trial dei farmaci biosimilari di adalimumab e di infliximab (ADAbs: fino al 64%; nAbs: fino al 100%); la più bassa negli studi sui farmaci biosimilari di etanercept (ADAbs: 0-13%; nAbs: 0-3%). L’incidenza di ADAbs nei pazienti trattati con adalimumab, infliximab e i loro biosimilari sembra maggiore rispetto a quella di etanercept, rituximab e i loro biosimilari. Inoltre, l’incidenza di ADAbs nei trial di adalimumab e di infliximab generalmente aumenta con la durata del trial, un fenomeno non osservato nei trial di etanercept, rituximab e i loro biosimilari. L’incidenza di ADAbs nei pazienti affetti da psoriasi, da malattie reumatiche e da malattie infiammatorie croniche intestinali, risulta simile nei biosimilari rispetto al farmaco originator. Tutto ciò in accordo con la definizione, appunto, di farmaco biosimilare. Sono stati studiati gli effetti di ADAbs sulla farmacocinetica, farmacodinamica, efficacia clinica e sicurezza. Tipicamente i pazienti ADAbs-positivi hanno una più bassa concentrazione del farmaco e una più alta clearance, rispetto agli individui ADAbs-negativi, con aspetti comparabili tra i prodotti originator e i biosimilari.
IMPATTO NELLA PRATICA CLINICA
L’immunogenicità, una volta indotta, può portare all’inefficacia secondaria del trattamento o, in taluni casi, a reazioni avverse. Per questo motivo è di fondamentale importanza, per l’approvazione all’utilizzo del farmaco biosimilare, valutare sicurezza ed efficacia di ogni singolo prodotto, attraverso una valutazione dettagliata sull’immunogenicità. Nel dettaglio, vengono saggiati i tipi di campioni e gli anticorpi utilizzati come reagenti e la sensibilità dei campioni descritti nei documenti regolatori aggiornati, considerando la variabilità della risposta immune alla terapia.
COMMENTO
L’immunogenicità dei farmaci biosimilari approvati per il trattamento della psoriasi cronica in placche, delle malattie reumatiche e delle malattie infiammatorie croniche intestinali è sovrapponibile a quella dei prodotti originator. Profili simili in termini di induzione di ADAb/nAb e di azione di ADAbs su farmacocinetica, farmacodinamica e parametri clinici implicano che, nella maggior parte dei casi, i prodotti di riferimento e i biosimilari inducano una risposta immunologica molto simile.